Amare è servire – Video e testimonianza del quarto incontro: “Servire i carcerati”
Nel quarto incontro, il racconto della chiamata di Levi introduce l’argomento della serata: Gesù chiama – e ama – anche chi è in evidente stato di peccato. A raccontare la sua opera pastorale fra i carcerati è don Mariano Margnelli, da pochi mesi nominato cappellano della Casa Circondariale di Sondrio.
Dopo un’iniziale titubanza, dettata dalla paura di non essere all’altezza, don Mariano accetta l’incarico che gli permette di rendere concreta l’opera di misericordia corporale “visitare i carcerati”. La realtà di Sondrio è piccola e ospita circa 40 uomini, tutti maggiorenni: ciò gli permette di approfondire maggiormente la conoscenza con i carcerati e creare un clima più famigliare.
Al primo ingresso, non ci si accorge subito del clima di malessere, che si scopre solo parlando a tu per tu con le persone. In un primo momento, i carcerati si dimostrano duri, fanno richieste materiali, ma, piano piano, emergono solitudine, amarezza, sconforto, bisogno di ascolto. E, soprattutto, possono entrare in contatto con la propria dimensione spirituale e ricevere il perdono di Dio.
Nel corso dei mesi, don Mariano ha scoperto che anche il personale, in particolare le guardie carcerarie, hanno bisogno di lui, delle sue parole e dei suoi sorrisi.
Dopo il racconto della sua esperienza, don Mariano regala degli spunti per avvicinarci a questa realtà, che spesso viene sentita lontana. Il primo consiglio è prevenire: investire nell’educazione dei giovani che ci stanno attorno, insegnargli a vivere nel bene e nel rispetto degli altri. Poi suggerisce di non giudicare, non dare etichette, ma dare sempre una possibilità all’altro e permettergli di riscattarsi. Propone poi, per chi ne ha la possibilità, di dedicare del tempo nel volontariato in carcere, dove spesso vengono attivati corsi di vario tipo per permettere a questi uomini e donne di imparare qualcosa di nuovo. Da ultimo, ma non certo meno importante, don Mariano invita a pregare per i carcerati, eliminando così parte del velo di invisibilità che li ricopre.