Prima giornata a Lourdes, 21 settembre 2021 – Basilica Santa Bernadette
«Facciamo festa non per una convinzione solitaria, ma perché siamo comunità con Maria, la madre. Siamo Chiesa in preghiera e la presenza di Maria è motivo di consolazione e di fiducia». È un caldo invito a dire basta al «cristianesimo triste, depresso, lamentoso», a dire basta a «comunità cristiane scoraggiate, complessate, pessimiste, nostalgiche», quello che l’arcivescovo Mario Delpini ha lanciato presiedendo nella chiesa di Santa Bernadette, nel pomeriggio di martedì 21 settembre, la Messa di apertura del pellegrinaggio della diocesi di Milano a Lourdes. Il primo celebrato dopo lo scoppio dell’emergenza Covid.
Il pellegrinaggio, al quale partecipano 1.300 pellegrini giunti dalle terre ambrosiane, fa memoria di due importanti anniversari. Il primo sono i cent’anni dalla morte del beato cardinale arcivescovo di Milano Andrea Carlo Ferrari, che fu non solo pastore della carità materiale e intellettuale, ma anche precursore del pellegrinaggio moderno e maestro di spiritualità mariana. Il secondo anniversario sono i cent’anni di vita di Unitalsi Lombarda, che – guidata dal presidente Vittore De Carli e dall’assistente spirituale, il vescovo emerito di Mantova Roberto Busti – ha portato a Lourdes 520 persone, fra cui 40 ammalati, 10 tra medici e farmacisti, 14 sacerdoti, due vescovi (con Busti l’arcivescovo emerito di Trento, Luigi Bressan, assistente spirituale nazionale dell’Unitalsi) e 148 tra sorelle e barellieri.
A offrire il tema del pellegrinaggio, il motto episcopale del cardinal Ferrari: «tu fortitudo mea». Ed è nel segno dell’affidamento a Maria, che si è aperto il pellegrinaggio. Sui volti dei pellegrini, la gioia e la commozione per essere potuti finalmente tornare a Lourdes. Sentimenti che hanno cancellato la fatica del viaggio, da tutti condivida, seppur diversamente affrontata da chi è arrivato in aereo o con il pullman. A Lourdes, ora, l’occasione di vivere giorni di servizio, condivisione, fraternità, come ha suggerito l’arcivescovo Delpini. Giorni per attingere, nell’incontro con Gesù che salva e libera, alla sorgente della gioia. E poter dire basta al «cristianesimo triste, depresso e lamentoso».
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