Loreto, 25 anni di ordinazione episcopale di mons. Merisi – 3° giorno
Uno splendente cielo azzurro ha salutato l’inizio della terza giornata di Pellegrinaggio che ha visto il personale unitalsiano impegnato alle ore 7 nella recita del Santo Rosario presso la Scala Santa, un percorso Mariano con le cappelle dei vari misteri.
La mattinata è proseguita con le visite per gruppi al Museo Pontificio Santa Casa, dove si sono potute ammirare le opere di Lorenzo Lotto, Cesare Maccari, Cristoforo Roncalli (detto il Pomarancio), nonché bellissimi arazzi ed altre opere d’arte.
Alle 12 i pellegrini hanno partecipato ufficialmente all’Angelus e alla recita del Santo Rosario nella Basilica Superiore, preghiera guidata da S.E. Fabio Dal Cin, arcivescovo di Loreto.
Nel pomeriggio alle ore 15,30 sempre nella Basilica Inferiore, i pellegrini lombardi hanno partecipato alla catechesi – tenuta dal rettore del Santuario padre Franco Carollo – sulla parabola del Buon Samaritano. Dopo aver contestualizzato la parabola stessa ha cominciato a spiegare le varie scene evidenziando gli atteggiamenti dei protagonisti, il Sacerdote e il Levita, il Buon Samaritano e il malcapitato.
«Il Sacerdote e il Levita vedono ma girano alla larga, Luca nella figura del Samaritano sottolinea i termini “vide, ne ebbe cura provando compassione”, anche gli altri due personaggi videro ma non fidandosi del malcapitato. Il vedere del Samaritano è diverso, infatti lui vede e si china, è compassionevole come lo è Dio.
Il Samaritano gli si fa vicino, prossimo, gli fascia le ferite versando olio e vino, sprecando quindi del suo, poi lo carica sulla sua cavalcatura, lo porta in albergo prendendosi cura di lui in modo pieno dall’inizio alla fine.
Ha messo in secondo piano i suoi interessi per prendersi cura di costui, coinvolgendo altre persone come l’albergatore stesso.
Gesù ci vuol dire che prendersi cura diventa un atteggiamento fatto di tanti atti messi insieme gli uni agli altri.
Ci vuole coraggio ad accogliere l’altro che è nel bisogno e non può ricambiarti, l’amore deve essere gratuito e disinteressato, non si dice ma si fa, si esprime nei gesti e non con le parole.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio…passare dal dire al fare.
C’è un altro personaggio di cui non si parla mai, il malcapitato…di lui non conosciamo nulla, né il nome né cosa andava a fare a Gerico. Quest’uomo percosso e buttato a terra si è fidato del soccorritore sconosciuto, si è lasciato toccare e curare.
Se è impegnativo curare, lo è anche lasciarsi curare, in quanto non è semplice fidarsi… perché quando sei nella sofferenza e qualcuno ti ha fatto del male è più facile chiudere le porte del proprio cuore.
Nessuno di noi può fare a meno della cura dell’altro perché tutti siamo un po’ malati, ecco allora Gesù buon samaritano che versa l’olio della consolazione e il vino della speranza».
Il pomeriggio è proseguito, alle 17, con la Santa Messa presieduta da mons. Fabio Dal Cin, concelebrata da S.E. Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, e dai sacerdoti lombardi del pellegrinaggio.
Nell’omelia il vescovo Fabio riferendosi al Vangelo dell’Annunciazione ha sottolineato alcuni termini: “Rallegrati” ossia sii contenta, felice di vivere la presenza di Dio. Felicità che non è data da una gioia passeggera e che non è nemmeno emotività, ma la Letizia del cuore di cui parlava San Francesco, questa Letizia viene da Dio e permane nel nostro animo anche nelle fatiche e nelle prove, perché Dio ci vuole bene.
“Piena di grazia, il Signore è con te”, Maria è unica, tutta abitata dalla Grazia di Dio. Anche noi siamo abitati dalla presenza del Signore dal giorno del nostro battesimo. La grazia ci dona i mezzi necessari per rispondere al Disegno di Dio.
Il presule ha terminato l’omelia raccomandandoci di portare Maria nelle nostre case e di orientare la nostra preghiera verso un’intenzione particolare: perché non manchino mai nelle nostre Diocesi giovani che possano abbracciare la vita sacerdotale, religiosa e della famiglia, perché la Casa del Sì di Maria sia anche la Casa dei piccoli Sì, perché tanti giovani aprano il loro cuore gioiosi di rispondere alla chiamata del Signore.
Prima della benedizione finale sono stati ricordati i 25 anni di ordinazione vescovile di monsignor Merisi e gli anniversari di matrimonio di tre coppie di sposi pellegrini.
Alle ore 21,15 i pellegrini lombardi hanno partecipato all’Adorazione Eucaristica proposta ogni giovedì dal Santuario.
Lo stare davanti all’Eucaristia nel silenzio, che aiuta nell’ascolto, ha chiuso la giornata nella Lode e nel ringraziamento.
“Tu sei Santo Signore solo Dio, che compì meraviglie.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,…
Tu sei trino ed uno, Signore degli dèi,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene ..
Tu sei amore è carità, Tu sei sapienza
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza…”
(Lodi all’Altissimo)