Casa di accoglienza “Fabrizio Frizzi” per famiglie di bambini ricoverati: il sindaco di Milano consegna concessione edilizia a Unitalsi
Giuseppe Sala ha ricevuto il presidente di Unitalsi Lombarda, De Carli, e il presidente di Bcc Milano, Maino. Ospiterà l’opera un edificio da ristrutturare a fianco del Santuario dell’Ortica. Così il “Progetto dei Piccoli” approda a Milano.
Il “Progetto dei Piccoli” è nato dall’attenzione ai bisogni delle famiglie incontrate nei pellegrinaggi e nelle attività quotidiane organizzate dall’Unitalsi sui territori.
Milano. Un edificio di tre piani, tutto da ristrutturare, per 250 metri quadrati complessivi. Accanto al santuario della Madonna delle Grazie all’Ortica, in via Giovanni Amadeo 90, alla periferia est di Milano. Ecco dove ha trovato casa, nel capoluogo lombardo, il “Progetto dei Piccoli” che anno dopo anno ha visto l’Unitalsi realizzare in diverse città italiane strutture d’accoglienza per i genitori di bambini ricoverati in ospedale lontano dai propri luoghi di residenza.
In questa costellazione dell’ospitalità poteva mancare Milano, con la sua rete di ospedali d’eccellenza capaci di attirare degenti da tutta Italia? No. Ecco allora, la sfida lanciata dall’Unitalsi Lombarda – che in questo 2021 celebra il suo centenario di fondazione – aprire anche sotto la Madonnina una casa di accoglienza per i familiari di bambini, in particolare ammalati di tumore, ricoverati a Milano.
Martedì 13 luglio questo desiderio inizia a prendere forma. Nel pomeriggio, a Palazzo Marino, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha consegnato a Vittore De Carli, presidente di Unitalsi sezione Lombarda, la concessione edilizia per la ristrutturazione dell’edificio. All’incontro erano presenti don Stefano Venturini, parroco, responsabile della comunità pastorale Lambrate Ortica, dove sorge la casa, Giuseppe Maino e Giorgio Beretta, rispettivamente presidente e direttore generale della Banca di Credito Cooperativo di Milano da sempre vicina alle iniziative a favore del territorio.
Uno dei primi sostenitori dell’iniziativa è stato il primo cittadino di Milano che sin dall’inizio si è schierato a sostegno dell’iniziativa dell’Unitalsi, credendo nell’utilità della struttura. In particolare Sala ha ribadito: «La malattia è una condizione con cui purtroppo tutti siamo costretti a confrontarci, direttamente o indirettamente. Quando, però, colpisce i bambini il senso di impotenza e la sofferenza che ne deriva sono davvero insopportabili. Poter contribuire alle cure di tutti i bambini malati che arrivano da fuori città dando alle famiglie un posto in cui alloggiare durante la degenza in ospedale dei loro piccoli è un dovere per Milano: l’affetto e la vicinanza di mamme, papà e fratelli è fondamentale per la guarigione. Ringrazio Unitalsi per portare avanti questo importante progetto all’Ortica: accogliere e sostenere le famiglie che stanno vivendo un periodo difficile fa parte della terapia».
Grande sostenitore dell’opera anche Giuseppe Maino, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Milano. «Costruiamo ospitalità» si chiama l’iniziativa con la quale la BCC ha invitato i propri soci a partecipare al progetto di realizzazione della casa di accoglienza dell’Unitalsi: «Da alcuni anni i progetti sociali più importanti sono resi possibili dal contributo diretto dei nostri Soci – spiega Maino – che in migliaia rinunciano al tradizionale omaggio natalizio offerto dalla Banca per donare il corrispettivo economico a realtà del terzo settore impegnate in progetti di grande valore sociale. Oggi per BCC Milano è un grande giorno, insieme ad Unitalsi Lombarda possiamo finalmente avviare un progetto che fornirà un aiuto concreto a tante famiglie e ai loro bambini».
Ma fra quanti hanno appoggiato con vigore la nuova iniziativa si deve ricordare l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, il quale, intervenendo a Lourdes (nel settembre 2018, in occasione del pellegrinaggio diocesano) alla presentazione del progetto che si compirà all’Ortica, aveva definito «un sogno che mi sembra ispirato da Dio» questa «offerta di ospitalità gratuita a quelle famiglie che devono accompagnare a Milano i figli che necessitano di cure. Che Milano sia promettente per quanto riguarda le terapie, rappresentando un’eccellenza che attrae, è bello e, però, a ciò non corrisponde un’adeguata ospitalità. È commovente sapere che vi è chi ha trovato nella sofferenza e nella preghiera la luce e lo è anche che questa esperienza possa diventare un elemento di concreta ospitalità. Esprimo il mio incoraggiamento, l’approvazione, e voglio essere anch’io nella squadra che sostiene l’iniziativa».
La struttura che si realizzerà all’Ortica potrà ospitare sei nuclei familiari – dice Graziella Moschino, vicepresidente regionale –. L’edificio di via Amodeo non solo è servito dalla rete del trasporto pubblico, ma sorge accanto a un santuario, e questo è molto importante nell’ottica dell’Unitalsi. Ci saranno spazi privati come le camere e i bagni e spazi di vita condivisa come la cucina e il soggiorno. Ad accogliere le famiglie, ad affiancarle, a promuovere uno stile di comunità, la presenza dei volontari Unitalsi. I lavori, coordinati dall’architetto Sara Ugazio dello studio Zenith-Studio Architetti Associati di Busto Arsizio, partiranno a breve. La previsione è di avviarli a inizio settembre per completarli in 3-4 mesi. La casa sarà intitolata a Fabrizio Frizzi, che dell’Unitalsi è stato amico e testimonial.
Il progetto nasce dall’esperienza di vita – nel vero senso della parola – di Vittore De Carli, giornalista e presidente di Unitalsi Lombarda. Il 14 agosto 2015, mentre era sotto stress per agevolare il difficile ritorno a casa di un gruppo di ragazzi disabili da un pellegrinaggio di Unitalsi a Lourdes, viene colpito da un infarto: trascorre in coma 47 giorni, con vari arresti cardiaci, due operazioni al cuore e la riparazione della valvola mitralica. Con la determinazione e la fede De Carli vince la battaglia e recupera tutte le sue funzioni vitali.
Da questa esperienza nasce un libro, «Dal buio alla luce con la forza della preghiera» (Libreria EditriceVaticana), nel quale il giornalista racconta la propria esperienza di malattia e il cammino verso la guarigione. Questo libro diventa il primo volano per promuovere l’iniziativa a livello regionale e per una raccolta fondi da privati.