XXI Giornata Nazionale UNITALSI
In tutta Italia per ‘Un gesto di bontà. Per il Progetto dei Piccoli a Milano nasce Casa Fabrizio Frizzi. #GN2023UNGESTODIBONTA’
Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si rinnova l’appuntamento con la 21a Giornata Nazionale UNITALSI, il più importante evento di sensibilizzazione e promozione organizzato dall’Associazione in piazza in tutta Italia. La manifestazione giunta alla 21a edizione, offrirà l’opportunità di conoscere le attività di volontariato dell’Unitalsi in Italia e all’Estero, i progetti di solidarietà come il Progetto dei Piccoli, dedicato all’accoglienza delle famiglie dei bambini degenti nei principali centri ospedalieri pediatrici oncologici e il calendario delle prossime partenze dei pellegrinaggi a Lourdes, Terra Santa, Fatima, Santiago de Compostela e Loreto.
‘Sostienici con un gesto di bontà’ è il messaggio che quest’anno accompagnerà la campagna di solidarietà. L’Associazione sarà presente nelle principali piazze italiane con i suoi gazebi, presso i quali, i volontari e le volontarie proporranno, in cambio di un’offerta minima, un nuovo cofanetto, contenente quattro confezioni di pasta di semola di grano duro da 400 gr di tipologie diverse.
Un cofanetto che può diventare dono e offrire nutrimento a chi è in difficoltà; un gesto di umanità – per riprendere le parole di Papa Francesco – per essere lievito nuovo e costruire una Chiesa sempre in fermento.
Emergenza umanitaria, terremoto in Turchia e Siria, per l’occasione l’Unitalsi ha deciso che parte delle offerte ricavate della 21a giornata nazionale sarà devoluto alla colletta nazionale promossa dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e dalla Caritas Italiana domenica 26 marzo a favore delle popolazioni colpite dal violento terremoto dello scorso 6 febbraio, tra Siria e Turchia.
“E’ una giornata importante per la nostra associazione che quest’anno festeggia il 120mo di fondazione e si rimette in cammino – ha sottolineato Rocco Palese, Presidente nazionale Unitalsi – abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti soprattutto di quanti vogliono e credono in questa Associazione perché continui ad essere vicino alle persone fragili, ammalate e sole.
La Giornata nazionale diventa l’occasione per i nostri volontari di incontrare tante persone che ancora non ci conoscono, di raccontare e testimoniare con gioia l’Unitalsi, i suoi progetti di carità, le sue attività di prossimità, di ascolto e le iniziative in atto per l’organizzazione dei pellegrinaggi”.
Nell’ambito della 21a Giornata Nazionale dell’Unitalsi verrà inaugurata Casa Fabrizio Frizzi, la nuova struttura del Progetto dei Piccoli realizzata a Milano in via Giovanni Amadeo 90, a pochi passi dal Santuario della Madonna dell’Ortica, zona Lambrate. Ad un anno dalla posa della prima pietra, venerdì 24 marzo 2023 alle ore 10.45 si terrà la cerimonia d’inaugurazione alla presenza del Sindaco di Milano Giuseppe Sala, di Carlotta Frizzi e di Flavio Insinna. Anche a Casa Fabrizio Frizzi ad accogliere le famiglie, ad affiancarle, a promuovere uno stile di comunità, saranno i volontari Unitalsi impegnati nel Progetto dei Piccoli come già accade nelle altre 11 Case che l’Associazione ha messo a disposizione in tutta Italia. A cinque anni dall’anniversario della scomparsa di Fabrizio Frizzi, l’Unitalsi ha voluto fortemente intitolare la nuova struttura di accoglienza a un amico speciale, un volontario e compagno di tanti pellegrinaggi che ha reso la giornata nazionale dell’Unitalsi un appuntamento riconosciuto e amato dalla gente, nelle piazze e in tv. Il Santo Padre, per l’occasione, ha inviato un messaggio augurale che verrà letto durante la cerimonia di inaugurazione.
Aderendo alla 21a Giornata Nazionale sarà possibile sostenere l’associazione e tutti coloro che si affidano all’Unitalsi per andare in pellegrinaggio e per avere aiuto nella vita di tutti i giorni: le famiglie, i bambini, gli anziani, i più bisognosi e chi è solo.
Read MoreMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2023
Cari fratelli e sorelle!
I vangeli di Matteo, Marco e Luca sono concordi nel raccontare l’episodio della Trasfigurazione di Gesù. In questo avvenimento vediamo la risposta del Signore all’incomprensione che i suoi discepoli avevano manifestato nei suoi confronti. Poco prima, infatti, c’era stato un vero e proprio scontro tra il Maestro e Simon Pietro, il quale, dopo aver professato la sua fede in Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio, aveva respinto il suo annuncio della passione e della croce. Gesù lo aveva rimproverato con forza: «Va’ dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Mt 16,23). Ed ecco che «sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte» (Mt 17,1).
Il Vangelo della Trasfigurazione viene proclamato ogni anno nella seconda Domenica di Quaresima. In effetti, in questo tempo liturgico il Signore ci prende con sé e ci conduce in disparte. Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere nei luoghi di sempre, vivendo un quotidiano spesso ripetitivo e a volte noioso, in Quaresima siamo invitati a “salire su un alto monte” insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi.
L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce. Proprio come ciò di cui aveva bisogno Pietro e gli altri discepoli. Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna. Questi requisiti sono importanti anche per il cammino sinodale che, come Chiesa, ci siamo impegnati a realizzare. Ci farà bene riflettere su questa relazione che esiste tra l’ascesi quaresimale e l’esperienza sinodale.
Nel “ritiro” sul monte Tabor, Gesù porta con sé tre discepoli, scelti per essere testimoni di un avvenimento unico. Vuole che quella esperienza di grazia non sia solitaria, ma condivisa, come lo è, del resto, tutta la nostra vita di fede. Gesù lo si segue insieme. E insieme, come Chiesa pellegrina nel tempo, si vive l’anno liturgico e, in esso, la Quaresima, camminando con coloro che il Signore ci ha posto accanto come compagni di viaggio. Analogamente all’ascesa di Gesù e dei discepoli al Monte Tabor, possiamo dire che il nostro cammino quaresimale è “sinodale”, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro. Sappiamo, anzi, che Lui stesso è la Via, e dunque, sia nell’itinerario liturgico sia in quello del Sinodo, la Chiesa altro non fa che entrare sempre più profondamente e pienamente nel mistero di Cristo Salvatore.
E arriviamo al momento culminante. Narra il Vangelo che Gesù «fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). Ecco la “cima”, la meta del cammino. Al termine della salita, mentre stanno sull’alto monte con Gesù, ai tre discepoli è data la grazia di vederlo nella sua gloria, splendente di luce soprannaturale, che non veniva da fuori, ma si irradiava da Lui stesso. La divina bellezza di questa visione fu incomparabilmente superiore a qualsiasi fatica che i discepoli potessero aver fatto nel salire sul Tabor. Come in ogni impegnativa escursione in montagna: salendo bisogna tenere lo sguardo ben fisso al sentiero; ma il panorama che si spalanca alla fine sorprende e ripaga per la sua meraviglia. Anche il processo sinodale appare spesso arduo e a volte ci potremmo scoraggiare. Ma quello che ci attende al termine è senz’altro qualcosa di meraviglioso e sorprendente, che ci aiuterà a comprendere meglio la volontà di Dio e la nostra missione al servizio del suo Regno.
L’esperienza dei discepoli sul Monte Tabor si arricchisce ulteriormente quando, accanto a Gesù trasfigurato, appaiono Mosè ed Elia, che impersonano rispettivamente la Legge e i Profeti (cfr Mt 17,3). La novità del Cristo è compimento dell’antica Alleanza e delle promesse; è inseparabile dalla storia di Dio con il suo popolo e ne rivela il senso profondo. Analogamente, il percorso sinodale è radicato nella tradizione della Chiesa e al tempo stesso aperto verso la novità. La tradizione è fonte di ispirazione per cercare strade nuove, evitando le opposte tentazioni dell’immobilismo e della sperimentazione improvvisata.
Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale, hanno entrambi come meta una trasfigurazione, personale ed ecclesiale. Una trasformazione che, in ambedue i casi, trova il suo modello in quella di Gesù e si opera per la grazia del suo mistero pasquale. Affinché tale trasfigurazione si possa realizzare in noi quest’anno, vorrei proporre due “sentieri” da seguire per salire insieme a Gesù e giungere con Lui alla meta.
Il primo fa riferimento all’imperativo che Dio Padre rivolge ai discepoli sul Tabor, mentre contemplano Gesù trasfigurato. La voce dalla nube dice: «Ascoltatelo» (Mt 17,5). Dunque la prima indicazione è molto chiara: ascoltare Gesù. La Quaresima è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella Liturgia: non lasciamola cadere nel vuoto; se non possiamo partecipare sempre alla Messa, leggiamo le Letture bibliche giorno per giorno, anche con l’aiuto di internet. Oltre che nelle Scritture, il Signore ci parla nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto. Ma vorrei aggiungere anche un altro aspetto, molto importante nel processo sinodale: l’ascolto di Cristo passa anche attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa, quell’ascolto reciproco che in alcune fasi è l’obiettivo principale ma che comunque rimane sempre indispensabile nel metodo e nello stile di una Chiesa sinodale.
All’udire la voce del Padre, «i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo» (Mt 17,6-8). Ecco la seconda indicazione per questa Quaresima: non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo “Lui solo”. La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità.
Cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo ci animi in questa Quaresima nell’ascesa con Gesù, per fare esperienza del suo splendore divino e così, rafforzati nella fede, proseguire insieme il cammino con Lui, gloria del suo popolo e luce delle genti.
Roma, San Giovanni in Laterano, 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo
FRANCESCO
Read More8° Incontro regionale dei sacerdoti anziani e ammalati – 15 settembre 2022
Giovedì 15 settembre 2022, i Vescovi lombardi, riuniti per il consueto incontro della Conferenza Episcopale Lombarda presso il Santuario di Caravaggio, desiderano incontrare, per l’ottava volta, i sacerdoti anziani, ammalati, disabili delle loro diocesi per un momento di amicizia, condivisione e preghiera.
Questa giornata è da otto anni una tradizione consolidata che ci caratterizza e ci riempie di gioia e senso di appartenenza!
I Sacerdoti interessati a partecipare posso contattare la propria Sottosezione di appartenenza o la Sede Regionale.
PROGRAMMA:
Read MoreEcco il logo per i 120 anni di fondazione
’Acqua della sorgente che ci porta a Maria, la forza della Parola, raffigurata nel Vangelo, l’essere sempre in cammino, il bastone del Pellegrino e la Luce di Cristo che, come un vortice, avvolge tutto.
Questa è l’Unitalsi raccontata attraverso i simboli che dicono quello che siamo, che siamo stati in questi 120 anni e che segnano il nostro percorso.
Il Logo per il 120° anniversario di Fondazione dell’Unitalsi è caratterizzato da una serie di simboli che definiscono il cammino di questi anni di servizio ai più fragili attraverso i pellegrinaggi verso i Santuari mariani e in particolare verso Lourdes.
• Elemento principale è la figura bianca in atteggiamento orante – proprio come Nostra Signora di Lourdes – la cui veste, prolungandosi verso il basso, si mescola al colore azzurro formando così una sorgente d’acqua.
• Dalla veste bianca si erge il libro della Parola di Dio, aperto, a simboleggiare l’atteggiamento di proclamazione e di ascolto di essa.
• Un paio di sandali che lambiscono l’acqua e un bastone con la bisaccia piantato accanto alla Vergine sono gli strumenti che caratterizzano il pellegrino.
• L’intera composizione ha come sfondo un vortice di Luce, segno del Cristo e di quella luce che, accompagnata dal vento, caratterizzò la prima apparizione alla Grotta di Massabielle.
• Gli anni 1903 – 2023 datano il tempo trascorso dalla Fondazione dell’Unitalsi.
• Il Logo del 120° ci caratterizzerà in quest’anno straordinario in tutte le nostre iniziative.