L’UNITALSI PIANGE GERMANO BENEDUSI
Scomparso a 78 anni dopo una breve malattia, fu Presidente della Sezione lombarda dal 2001 al 2011, impegnandosi per la sua crescita e prodigandosi nell’assistenza durante i pellegrinaggi
Beato l’uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera (Sal 41). Germano Benedusi -morto stamani a Magenta, a 78 anni, dopo una breve malattia – ha fatto sue le parole iniziali del Salmo 41, improntando l’intera sua esistenza a un amore incondizionato per il prossimo, particolarmente per i più deboli.
Fu presidente della Sezione lombarda dal 2001 al 2011, dopo essere stato presidente della sottosezione Magenta-Rho, una delle ultime create in ordine di tempo, nel 1996, dall’allora presidente commendator Carlo Rossi, come ricorda Vittore De Carli (all’epoca segretario). «Germano diede un impulso dinamico alla nostra associazione – dice Luciano Pivetti, attuale presidente regionale -, mettendo a disposizione dell’associazione le sue esperienza e capacità professionali». Qualità che in ambito civile gli valsero l’assegnazione dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e in quello religioso il titolo di Cavaliere dell’Ordine di San Silvestro Papa (riconoscimento attribuito ai laici).
Grazie al suo entusiasmo venne acquistata l’attuale sede di via Labus, abbandonando quella di via della Moscova, ormai divenuta insufficiente per una Sezione lombarda in continua crescita. Durante la sua presidenza venne acquistata anche la Casa della Gioia di Borghetto Santo Spirito. Venne nominato responsabile nazionale dei pellegrinaggi, e consigliere nazionale dal 2011 al 2016. Dedicò particolare attenzione all’assistenza dei bambini disabili, per i quali fece nascere la “Compagnia dei colori”: volontari, per lo più provenienti dal gruppo giovani, che vestiti da clown portavano allegria e intrattenimento agli ammalati, piccoli e adulti.
Germano Benedusi non va ricordato solo per le opere che, in qualità di presidente, concretamente ha saputo realizzare, ma per l’umiltà, l’empatia e la semplicità con cui affiancava Sorelle e Barellieri durante i pellegrinaggi, mettendosi a disposizione di malati e pellegrini, grazie anche alla sua appartenenza all’Hospitalité NDL.
La sua improvvisa scomparsa lascia costernate tutte le persone che hanno avuto l’onore e il privilegio di conoscerlo da vicino, potendone apprezzare le grandi qualità umane. Possa ora contemplare da vicino l’Immacolata Concezione che tantissime volte ha pregato, onorato e servito, negli ammalati, a Lourdes e Loreto.
TORNA IL TRENO
Le evoluzioni ed il progresso che hanno interessato il sistema dei trasporti nel corso degli ultimi decenni, ci ha imposto di adeguarci ai cambiamenti, per poter essere in linea con le trasformazioni messe in atto.
I nostri pellegrinaggi nascono centoventi anni fa, mediante trasporto ferroviario con partenza da Milano, dalla stazione di Porta Vittoria; stiamo parlando di pellegrinaggi che permettevano di raggiungere Lourdes dopo un lungo viaggio, della durata di circa 40 ore. Quando il convoglio giungeva nella stazione di Ventimiglia veniva agganciata, in testa dopo la vettura “attrezzata”, una macchina a vapore avente lo scopo di garantire continuità di riscaldamento al convoglio in territorio francese. Molti ricorderanno, negli anni ‘60/’70 le vetture cosiddette “100 porte”, che all’esterno delle porte di accesso agli scomparti, recavano l’immagine di una Croce Rossa: si trattava di vetture che già possedevano lunga vita, essendo state impiegate durante l’ultima guerra per il trasporto di militari feriti e ammalati.
Negli anni 1975/80 poter disporre di una vettura attrezzata costituiva davvero una rarità lussuosa, ma è proprio verso la fine degli anni ’80 che, durante la presidenza dell’avvocato Maurizio Scelli, grazie alle sue sensibilità e competenze in campo umanitario, vengono allestite a Trento le prime due moderne vetture attrezzate, aventi le caratteristiche che conosciamo per averle utilizzate negli ultimi anni. Nel contempo vengono resi più confortevoli anche gli scomparti riservati a personale e pellegrini, che passano da 8 a 6 posti, con la possibilità di poter reclinare i sedili, rendendo meno duro il viaggio, particolarmente nel periodo notturno. Permettono di allungare le gambe facendole riposare. Anche il tempo di percorrenza si riduce notevolmente, consentendo di raggiungere Lourdes, mediamente in 18/24 ore.
Anche le stazioni di partenza cambiano, e dopo porta Vittoria ci si trasferire allo scalo ferroviario di Porta Romana, dove disponevamo anche di un ampio capannone per deposito merci e qui, corre l’obbligo di dedicare una menzione particolare ai nostri gloriosi furgonieri che nel corso degli anni si sono dedicati in modo ammirevole all’allestimento e allo smontaggio dei nostri treni diretti a Lourdes o Loreto.
Le trasformazioni urbanistiche e dei pubblici trasporti che hanno interessato Milano, particolarmente nelle zone Vittoria – Romana, hanno imposto ulteriori spostamenti, dapprima a Sesto San Giovanni e poi ultimamente a Milano San Cristoforo.
I viaggi in treno costituiscono un ricordo indelebile per chi ha avuto la fortuna di viverli, nonostante i più abbiano ormai qualche capello grigio o addirittura bianco, e lo si intuisce dai loro racconti. Dopo l’accoglienza ad inizio pellegrinaggio, lungo il tragitto, si procedeva con la recita di più Ss. Rosari e con una S. Messa. Pratiche di pietà guidate da tutti i sacerdoti in viaggio; particolarmente commoventi erano le S. Messe che venivano celebrate direttamente nella vettura attrezzata, in comunione di spirito con gli ammalati, ma anche con tutti gli altri pellegrini, raggiunti negli scomparti grazie ad un sistema di audiodiffusione.
Nel corso degli anni, Unitalsi ha sempre guardato con attenzione l’evoluzione del sistema dei trasporti, adeguandosi, e ciò ha premesso di iniziare ad usufruire anche del trasporto aereo: oggi è possibile partire dai principali aeroporti lombardi con voli della compagnia aerea MaltaMedAir. diretti a Tarbes, rendendo quindi Lourdes raggiungibile in un paio d’ore.
Dal 2016, dopo aver constatato che il viaggio in treno diventava spesso faticoso, a causa di imprevisti che ne prolungavano la durata, si è optato per l’introduzione del viaggio in pullman. Possibilità di giungere a Lourdes dopo un viaggio, comprese le soste, di circa 12/13 ore. Si utilizza una moderna flotta di pullman gran turismo, ai quali si affiancano veicoli d
otati di pedana con elevatore mobile; dei veri e propri veicoli attrezzati, dotati di barelle e poltrone vip per consentire il carico di viaggiatori disabili che, se desiderano, potranno viaggiare semisdraiati.
Forse attratti dai racc
onti del personale che ne ha potuto apprezzare il fascino, o semplicemente per la voglia di sperimentare di persona, da diverso tempo ci sentiamo chiedere di ripristinare il tradizionale pellegrinaggio in treno. Quale occasione migliore, allora, del Pellegrinaggio Nazionale che si svolgerà dal 24 al 30 settembre? La nostra sezione Lombarda organizza un treno in comunione con la sezione Piemontese. Avremo a disposizione 228 posti su un convoglio che partirà dalla stazione di Milano San Cristoforo dove, ammalati, pellegrini, volontari, medici e sacerdoti potranno apprezzare i comforts con cui le Ferrovie dello Stato hanno dotato i nuovi treni. Partito da Milano il treno effettuerà una sosta alla stazione di Torino Porta Nuova, per consentire di caricare gli amici della sezione Piemontese, per poi ripartire alla volta di Modane e Lione in direzione Lourdes; un percorso diverso da quello tradizionalmente seguito da Milano, che costeggiava il mar Ligure e la Costa Azzurra. Con questo nuovo percorso, dai finestrini potremo apprezzare la bellezza delle Alpi della Savoia e del dipartimento francese di Alvernia-Ro
dano-Alpi; questo pellegrinaggio in condivisione con la sezione piemontese, ci darà anche la possibilità di condividere lo spirito unitalsiano, che deve caratterizzare tutte le persone che lo hanno fatto proprio, entrando nell’associazione e aderendo ai suoi principi costitutivi, e di conoscere nuovi amici piemontesi.
Concludendo, sento di rivolgere l’invito a vivere, o a rivivere per chi l’ha già sperimentata, la bellezza ed il fascino del pellegrinaggio delle origini: quello in treno.
Treni bianchi che viaggiano contro la luce nel tramonto, con il carico di sogni, con il desiderio di ritorna
re a casa con i buoni propositi, maturati nelle promesse formulate nel silenzio e nel discernimento ai piedi dell’Immacolata nella Grotta benedetta di Massabielle.
E’ difficile spiegare e descrivere i sentimenti, le speranze e le attese che ci hanno portati lì: ma la certezza che portiamo nel cuore, tornando, è che mai nessuno torna a casa uguale a come era prima di partire.
Per maggiori informazioni Untalsi via Labus ,15 Milano telefono 338 9856425 email segreteria@unitalsilombarda.it
*Presidente Regionale
Read MoreMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2023
Cari fratelli e sorelle!
I vangeli di Matteo, Marco e Luca sono concordi nel raccontare l’episodio della Trasfigurazione di Gesù. In questo avvenimento vediamo la risposta del Signore all’incomprensione che i suoi discepoli avevano manifestato nei suoi confronti. Poco prima, infatti, c’era stato un vero e proprio scontro tra il Maestro e Simon Pietro, il quale, dopo aver professato la sua fede in Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio, aveva respinto il suo annuncio della passione e della croce. Gesù lo aveva rimproverato con forza: «Va’ dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Mt 16,23). Ed ecco che «sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte» (Mt 17,1).
Il Vangelo della Trasfigurazione viene proclamato ogni anno nella seconda Domenica di Quaresima. In effetti, in questo tempo liturgico il Signore ci prende con sé e ci conduce in disparte. Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere nei luoghi di sempre, vivendo un quotidiano spesso ripetitivo e a volte noioso, in Quaresima siamo invitati a “salire su un alto monte” insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi.
L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce. Proprio come ciò di cui aveva bisogno Pietro e gli altri discepoli. Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna. Questi requisiti sono importanti anche per il cammino sinodale che, come Chiesa, ci siamo impegnati a realizzare. Ci farà bene riflettere su questa relazione che esiste tra l’ascesi quaresimale e l’esperienza sinodale.
Nel “ritiro” sul monte Tabor, Gesù porta con sé tre discepoli, scelti per essere testimoni di un avvenimento unico. Vuole che quella esperienza di grazia non sia solitaria, ma condivisa, come lo è, del resto, tutta la nostra vita di fede. Gesù lo si segue insieme. E insieme, come Chiesa pellegrina nel tempo, si vive l’anno liturgico e, in esso, la Quaresima, camminando con coloro che il Signore ci ha posto accanto come compagni di viaggio. Analogamente all’ascesa di Gesù e dei discepoli al Monte Tabor, possiamo dire che il nostro cammino quaresimale è “sinodale”, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro. Sappiamo, anzi, che Lui stesso è la Via, e dunque, sia nell’itinerario liturgico sia in quello del Sinodo, la Chiesa altro non fa che entrare sempre più profondamente e pienamente nel mistero di Cristo Salvatore.
E arriviamo al momento culminante. Narra il Vangelo che Gesù «fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). Ecco la “cima”, la meta del cammino. Al termine della salita, mentre stanno sull’alto monte con Gesù, ai tre discepoli è data la grazia di vederlo nella sua gloria, splendente di luce soprannaturale, che non veniva da fuori, ma si irradiava da Lui stesso. La divina bellezza di questa visione fu incomparabilmente superiore a qualsiasi fatica che i discepoli potessero aver fatto nel salire sul Tabor. Come in ogni impegnativa escursione in montagna: salendo bisogna tenere lo sguardo ben fisso al sentiero; ma il panorama che si spalanca alla fine sorprende e ripaga per la sua meraviglia. Anche il processo sinodale appare spesso arduo e a volte ci potremmo scoraggiare. Ma quello che ci attende al termine è senz’altro qualcosa di meraviglioso e sorprendente, che ci aiuterà a comprendere meglio la volontà di Dio e la nostra missione al servizio del suo Regno.
L’esperienza dei discepoli sul Monte Tabor si arricchisce ulteriormente quando, accanto a Gesù trasfigurato, appaiono Mosè ed Elia, che impersonano rispettivamente la Legge e i Profeti (cfr Mt 17,3). La novità del Cristo è compimento dell’antica Alleanza e delle promesse; è inseparabile dalla storia di Dio con il suo popolo e ne rivela il senso profondo. Analogamente, il percorso sinodale è radicato nella tradizione della Chiesa e al tempo stesso aperto verso la novità. La tradizione è fonte di ispirazione per cercare strade nuove, evitando le opposte tentazioni dell’immobilismo e della sperimentazione improvvisata.
Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale, hanno entrambi come meta una trasfigurazione, personale ed ecclesiale. Una trasformazione che, in ambedue i casi, trova il suo modello in quella di Gesù e si opera per la grazia del suo mistero pasquale. Affinché tale trasfigurazione si possa realizzare in noi quest’anno, vorrei proporre due “sentieri” da seguire per salire insieme a Gesù e giungere con Lui alla meta.
Il primo fa riferimento all’imperativo che Dio Padre rivolge ai discepoli sul Tabor, mentre contemplano Gesù trasfigurato. La voce dalla nube dice: «Ascoltatelo» (Mt 17,5). Dunque la prima indicazione è molto chiara: ascoltare Gesù. La Quaresima è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella Liturgia: non lasciamola cadere nel vuoto; se non possiamo partecipare sempre alla Messa, leggiamo le Letture bibliche giorno per giorno, anche con l’aiuto di internet. Oltre che nelle Scritture, il Signore ci parla nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto. Ma vorrei aggiungere anche un altro aspetto, molto importante nel processo sinodale: l’ascolto di Cristo passa anche attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa, quell’ascolto reciproco che in alcune fasi è l’obiettivo principale ma che comunque rimane sempre indispensabile nel metodo e nello stile di una Chiesa sinodale.
All’udire la voce del Padre, «i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo» (Mt 17,6-8). Ecco la seconda indicazione per questa Quaresima: non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo “Lui solo”. La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità.
Cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo ci animi in questa Quaresima nell’ascesa con Gesù, per fare esperienza del suo splendore divino e così, rafforzati nella fede, proseguire insieme il cammino con Lui, gloria del suo popolo e luce delle genti.
Roma, San Giovanni in Laterano, 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo
FRANCESCO
Read More8° Incontro regionale dei sacerdoti anziani e ammalati – 15 settembre 2022
Giovedì 15 settembre 2022, i Vescovi lombardi, riuniti per il consueto incontro della Conferenza Episcopale Lombarda presso il Santuario di Caravaggio, desiderano incontrare, per l’ottava volta, i sacerdoti anziani, ammalati, disabili delle loro diocesi per un momento di amicizia, condivisione e preghiera.
Questa giornata è da otto anni una tradizione consolidata che ci caratterizza e ci riempie di gioia e senso di appartenenza!
I Sacerdoti interessati a partecipare posso contattare la propria Sottosezione di appartenenza o la Sede Regionale.
PROGRAMMA:
Read MoreRoberto Curti, segretario regionale, ci precede nella Lourdes celeste
In punta di piedi come suo stile per non disturbare, Roberto Curti, segretario regionale, ci precede nella Lourdes celeste
Questa mattina, dopo una breve e fulminea malattia, ci ha lasciato il nostro Roberto Curti; un volontario unico nella nostra Associazione, per tanti anni stretto collaboratore di Gianfranco Rainoldi alla sottosezione di Milano, poi Presidente dell’Unitalsi Milano Nord Est e per undici anni segretario della nostra Sezione Lombarda.
Questo intendesi la presenza del barelliere Roberto Curti come lui abitualmente si definiva, anche nel suo ruolo di segretario, con compito negli ultimi anni a causa della pandemia diventato sempre più gravoso, infatti Roberto era diventato anche la voce della segreteria dell’Unitalsi Lombarda.
Nella malattia che l’ha colpito pochi mesi fa aveva coordinato tutte le elezioni di sottosezione e quelle per il rinnovo regionale; solo dieci giorni fa dall’ospedale di Monza mi disse: “Vittore faccio le consegne perché ho qualche problema di salute”. Poche parole che sono state il suo congedo dalla nostra Associazione che ha portato con la moglie Piera nel cuore.
Roberto con Piera erano anche membri titolare dell’Hospitalité ND Lourdes.
Credo che ognuno di voi abbia un ricordo suo personale di Roberto anche per chi scrive oggi non e’ facile testimoniare in questo momento la “grazia” che abbiamo avuto come dono della presenza di un fratello unitalsiano che ha testimoniato con la propria vita il bene verso gli altri, in modo particolare verso gli ammalati, quel bene che ogni giorno metteva nelle mani di Maria che stamani lo ha accolto in cielo.
Vittore De Carli Luciano Pivetti e tutto il Consiglio Regionale
Read MoreGiuseppe Romani ci ha lasciato dopo una lunga malattia
Fino pochi mesi fa é stato presidente della sottosezione di Magenta-Rho
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede”. Mai parole come quelle di San Paolo a Timoteo sembrano essere più appropriate per raccontare in poche righe il senso dell’esistenza di Giuseppe Romani che, nel pomeriggio di lunedì 13 giugno, ha terminato la sua “corsa”. Una “buona battaglia” combattuta anche per la sua Unitalsi, nella quale era entrato nel 1994, prima validissimo barelliere, poi Presidente della Sottosezione Magenta-Rho nel periodo 2016-2021.
Giuseppe possedeva doti umane che lo rendevano amabile agli occhi di tutti; sapeva risolvere situazioni complesse, senza mai abbandonare pacatezza d’animo.
Ha gestito ogni momento della sua vita unitalsiana con serietà, passione, pazienza, meticolosità e precisione: precisione e pazienza che derivavano dalla sua arte di orologiaio. Concepiva e gestiva anche gli impegni unitalsiani come fossero ingranaggi meccanici di quegli orologi che, con maestria, riparava: ogni componente doveva occupare il suo posto ed essere in armonia con le altre parti.
Ci mancherai Giuseppe, uomo dall’animo buono e generoso. Ci mancherà il tuo sorriso bonario.
Adesso guidaci dall’Alto, proteggi la tua famiglia e la tua UNITALSI, che hai tanto amato.
Read MorePapa Francesco e il Cinema: “Scuola di umanità”
Racconti, curiosità e aneddoti di Monsignor Dario Edoardo Viganò, il cineasta del Papa
Venerdì 17 giugno 2022 – ore 20 – Auditorium BCC Milano “don Enrico De Gasperi” a Carugate
Milano, 13 giugno 2022 – In occasione della pubblicazione del Bilancio Sociale 2021, sintesi dell’attività mutualistica svolta dalla Banca, venerdì 17 giugno 2022 alle ore 20, BCC Milano organizza un evento inedito a ingresso libero con un ospite d’eccezione, Monsignor Dario Edoardo Viganò, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali.
Padrone di casa il Presidente di BCC Milano Giuseppe Maino, che illustrerà brevemente il Bilancio Sociale 2021 della Banca per poi lasciare spazio alla narrazione. Nella cornice dell’Auditorium “don Enrico De Gasperi” di BCC Milano a Carugate, Mons. Viganò racconterà, attraverso foto e video esclusivi, il rapporto del Papa con il Cinema e aneddoti personali dell’esperienza vissuta a fianco del Pontefice più “mediatico” della storia della Chiesa.
Mons. Dario Edoardo Viganò, in passato è stato chiamato da Benedetto XVI alla guida del Centro Televisivo Vaticano. Proprio per la sua grande esperienza nel settore della comunicazione ha ricevuto da Papa Francesco l’incarico di realizzare una radicale riforma e riorganizzazione dei media vaticani. Insegna presso l’Università telematica internazionale Uninettuno ed è esperto cineasta e critico cinematografico di fama internazionale. Fautore dell’uso crescente del cinema documentario nell’evangelizzazione globale è l’ispiratore del documentario di Wim Wenders Papa Francesco, un uomo di parola. Autore di brillanti saggi sul Cinema e la Chiesa, ha recentemente pubblicato un volume dal titolo: Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità (Effatà Editrice, 2021) che contiene tra l’altro un’originale intervista al Papa. Nel 2021 è stato autore della rubrica televisiva Le ragioni della Speranza, all’interno del programma di Raiuno A sua immagine, nel corso della quale ha intervistato importanti protagonisti del grande schermo.
L’evento, in linea con l’impegno sociale della Banca, occupa un posto di rilievo nel calendario di iniziative organizzate da BCC Milano sul territorio. Infatti, in uno scenario caratterizzato da grandi necessità e poche risorse, acquisisce particolare rilevanza l’attività mutualistica svolta dalle Banche di Credito Cooperativo in favore delle comunità locali. Il Bilancio Sociale 2021 evidenzia la scelta strategica di BCC Milano di investire nello sviluppo sostenibile del territorio come fattore di crescita economica, sociale e culturale.
SCARICA IL COMUNICATO STAMPA PAPA FRANCESCO E IL CINEMA: “SCUOLA DI UMANITÀ”
SCARICA LA LOCANDINA PAPA FRANCESCO E IL CINEMA: “SCUOLA DI UMANITÀ”
Read MoreGita della Sottosezione di Merate – Giovedì 2 giugno 2022
Giovedì 2 giugno 2022, l’U.N.I.T.A.L.S.I. Sottosezione di Merate ha finalmente potuto effettuare una gita aperta ai soci e simpatizzanti.
Dopo due anni di fermo ci siamo recati a visitare la bellissima cittadina di Lodi, una bellissima cittadina a misura d’uomo, ricca di piccole bellezze artistiche come la Chiesa di S. Francesco e il Tempio dell’Addolorata.
Dopo una visita del Centro Storico abbiamo assistito alla Santa Messa proprio al tempio dell’addolorata, al termine del quale ci siamo recati in aperta campagna lodigiana per un buonissimo pranzo in mezzo alla natura.
Al ritorno nel pomeriggio abbiamo fatto tappa all’Abbazia di Chiaravalle, dove due bravissime guide ci hanno accompagnato per la visita della Chiesa, anch’essa ricca di opere d’arte e del chiostro, qui vivono ancora una ventina di monaci cistercensi che scandiscono le ore della giornata con la preghiera orante, al termine abbiamo fatto ritorno a casa.
Un grazie di cuore agli organizzatori nella speranza che, il peggio sia passato e che si possa riprendere a fare queste bellissime giornate in compagnia dei nostri Amici diversamente abili e non.
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Casa di accoglienza “Fabrizio Frizzi”, un sogno che diventa realtà
MILANO – Non è un mattone qualsiasi quello che è stato benedetto dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini e posato all’erigenda Casa di accoglienza Fabrizio Frizzi che l’Unitalsi Lombarda sta realizzando nel quartiere Ortica di Milano. È un mattone della Porta Santa del Giubileo della Misericordia, donato da Papa Francesco per questo luogo destinato ad accogliere i genitori dei bambini in cura, lontano da casa, negli ospedali milanesi. Una cerimonia semplice quella di stamattina in via Amadeo 90, a fianco del Santuario della Madonna delle Grazie, che ha visto la presenza oltre che dell’arcivescovo di Milano, del sindaco Giuseppe Sala, del presidente di Bcc Milano Giuseppe Maino e di don Stefano Venturini, responsabile della comunità pastorale Lambrate-Ortica. Per don Venturini la casa di accoglienza è simbolo della «Chiesa ospedale da campo» che ha visto per la sua realizzazione l’intervento di tanti aiuti diversi: dall’immobile in ristrutturazione donato per 20 anni dalla Curia di Milano, alle donazioni di tanti, in particolare i Soci della Banca di Credito Cooperativo, il Cav. Ernesto Pellegrini e lo stesso Vittore De Carli che ha donato tutti i proventi derivanti dalla pubblicazione del suo libro “Dal Buio Alla Luce con la Forza della preghiera” edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Lo stesso De Carli nel suo intervento ha sottolineato come questa casa di accoglienza sia frutto di una storia di “dono”, anzi di tanti doni: da quello della vita a quello della fede, dall’amicizia alla scrittura: «Tutto nasce dal libro, nel quale racconto la mia esperienza di malattia e il cammino verso la guarigione. Questo testo, con l’aiuto di alcuni amici, diventa il primo volano per promuovere l’iniziativa a livello regionale e per una raccolta di fondi da privati», ma c’è anche i dono della gioia «tutti insieme festeggiamo questo traguardo con la partecipazione simbolica di papa Francesco che per l’occasione, oltre ad averci donato la “prima pietra”, ci ha inviato il suo messaggio augurale». Papa Francesco ha esortato i volontari di Unitalsi con queste parole: «Non perdere mai la forza di rispondere ai bisogni veri e concreti delle donne e degli uomini che incontrate nella vostra vita. E rispondere al bisogno di una casa accogliente perché i genitori possano vivere la cura dei propri figli ricoverati nelle strutture sanitarie è oggi, in un contesto di precarietà e nuove povertà, una testimonianza dell’amore di Gesù per i più poveri». Da parte sua monsignor Delpini ha ricordato come l’alleato di questa opera buona sia Dio «senza il Signore non possiamo fare nulla che possa resistere» e riferendosi alla casa di accoglienza ha sottolineato come questo «sia un piccolo segno di attenzione, come tanti altri, di fronte a un immenso bisogno. Ogni piccolo segno è come una piccola luce nella notte, un punto di riferimento che aiuta a trovare un luogo in cui si aprono le porte a chi viene a bussare». Per il sindaco Sala nell’opera in costruzione si incarna lo spirito milanese «del fare un passo alla volta», ma soprattutto in tempi così tragici come gli attuali «è consolatorio sapere che nascono questi semi». Non è mancato poi un riferimento al quartiere dell’Ortica «dove non manca l’ottimismo». Il Presidente di BCC Milano Giuseppe Maino ha infine il contributo dei Soci della Cooperativa di Credito nella realizzazione del progetto. «Insieme siamo impegnati a trasformare le risorse finanziarie prodotte dall’attività bancaria in benessere per le persone, per le comunità locali e per i territori. Non si tratta di un gesto inconsapevole, né di un contributo scontato, è invece l’espressione di una coscienza collettiva orientata al bene comune.» Alla cerimonia era presente anche l’architetto Sara Ugazio che sta curando la ristrutturazione dell’immobile e che ha illustrato i lavori e le accortezze che saranno utilizzate per rendere l’accoglienza delle famiglie e dei bambini in cura la più sicura possibile anche in considerazione della fragilità dei piccoli malati oncologici.
Posa della prima pietra (da sinistra Giuseppe Maino presidente Bcc Milano, Mons Mario Delpini arcivescovo di Milano, Giuseppe Sala sindaco di Milano e Vittore De Carli)
Un momento della presentazione
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