Virtualmente in pellegrinaggio – Pellegrinaggio a Loreto nell’anno giubilare dell’UNITALSI Lombarda
Questo venerdì la Sezione Unitalsi Lombarda propone il pellegrinaggio a Loreto svoltosi dal 6 al 9 ottobre scorso.
È un modo per far vivere il pellegrinaggio anche a chi non ha potuto essere presente.
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Virtualmente in pellegrinaggio: Santuario Santa Maria delle Grazie di Brescia – Unitalsi Sottosezione di Brescia
Ogni venerdì le Sottosezioni dell’Unitalsi Lombarda ci accompagneranno con creatività alla scoperta delle ricchezze spirituali che il territorio lombardo ci offre.
15^ Tappa 📍: Continuiamo con la Sottosezione di Brescia che ci farà conoscere il Santuario Santa Maria delle Grazie di Brescia.
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4° giorno – Salutando Loreto il cuore guarda già a Lourdes a dicembre
Il quarto e ultimo giorno del pellegrinaggio lauretano è iniziato alle ore 7, con la recita delle lodi nella suggestiva cornice del Parco della Rimembranza e dove i colori dell’alba hanno preannunciato un’altra giornata soleggiata. Per i pellegrini lombardi è stata una location inedita vicina alla Porta Marina e a tutti questo luogo ha colmato gli occhi e il cuore.
L’appuntamento principale è stata la celebrazione della Santa Messa di chiusura, alle ore 10, in Basilica Superiore, presieduta da S.E. Giuseppe Merisi e concelebrata dai sacerdoti lombardi presenti.
Nell’omelia mons. Merisi ha ricordato i principi emersi in questi giorni, che dobbiamo «raccogliere ciascuno di noi nella propria coscienza e che devono diventare impegno per il futuro. L’intercessione della Vergine Maria che ci aiuta sempre a sollevare gli occhi verso il cielo, pensando sempre al suo esempio di fede, speranza e amore».
Ricorda anche le parole del vescovo Fabio che ci aveva invitato a volare alto con la nostra vita per mezzo della fede, lodando sempre il Signore. Suggerisce di «stare con il Signore nella preghiera quotidiana per verificare i nostri rapporti con la famiglia e la comunità. La preghiera ci permette di rimanere in comunione con Dio e di abbandonarsi a Lui.
La preghiera ci viene proposta con varie forme, personale, familiare e comunitaria. Ci sono le preghiere che ci hanno insegnato al catechismo, il Santo Rosario in famiglia o comunitario e la preghiera liturgica, che è al centro della vita spirituale. Ci sono poi le giaculatorie, formule semplici che riassumono il senso della nostra fede. Siamo grati a Dio per la sua presenza nella nostra vita e per i doni che elargisce. Tutti questi propositi che abbiamo accolto in questi giorni nei nostri cuori ci aiutino nella vocazione del curare e del prenderci cura».
Prima della benedizione finale è stato accolto Luca Cosco, barelliere al suo primo servizio con la famiglia unitalsiana.
Dopo il pranzo le partenze scaglionate dei vari pullman per il rientro in serata dei partecipanti nelle proprie case, con l’esperienza nel cuore e la speranza di proseguire con i pellegrinaggi, primo fra i quali il viaggio a Lourdes programmato dal 6 al 9 dicembre prossimo dalla sezione lombarda con il pellegrinaggio nazionale.
Al termine di questa esperienza La presidenza regionale ringrazia tutti dal vescovo, ai sacerdoti, agli ammalati, ai pellegrini e naturalmente al personale che si è adoperato – in un momento non facile – per la buona riuscita del pellegrinaggio. Un grazie particolare va anche agli amici della Sezione Marchigiana che giorno per giorno hanno accompagnato il pellegrinaggio lombardo.
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Loreto: vivere un pellegrinaggio giubilare in tempo di covid
Domenica 11 ottobre alle ore 18,15 Radio Mater apre le proprie frequenze all’appuntamento mensile con l’Unitalsi. L’emittente, che inaugurò le trasmissioni l’11 febbraio 1994 proprio nel giorno dedicato alla Madonna di Lourdes, nacque su invito della Chiesa, come seconda realtà radiofonica, dopo la prima esperienza fondante di Radio Maria.
Da oltre sei anni l’Unitalsi, Sezione Lombarda; mensilmente è presente con una propria rubrica dal titolo “Per Maria a Gesù”. Una trasmissione mariana di fede e testimonianza a cura di Adriano Muschiato.
Domenica 11 ottobre il filo conduttore sarà Loreto, vivere un pellegrinaggio giubilare in tempo di covid, l’esperienza di un pellegrinaggio appena concluso nella città delle Marche che custodisce la più grande reliquia mariana, la “Santa Casa”, si racconterà ai radioascoltatori di Radio Mater grazie alle testimonianze di S.Ecc.za mons. Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, che ha guidato la parte spirituale del recente viaggio. Conosceremo padre Janvier, voce del pellegrinaggio giubilare che accoglie i pellegrini per il passaggio alla Porta Santa. Con lui ripercorreremo i momenti più importanti della nostra vita, dal rito del battesimo al cammino di vita del cristiano. Inoltre ascolteremo alcune testimonianze dei partecipanti. Non mancherà la presentazione dei recenti pellegrinaggi virtuali che ogni settimana le sottosezioni della Lombardia propongono sul canale youtube della sezione lombarda nata da un’idea di Graziella Moschino, vice presidente regionale.
Spazio aperto poi alle telefonate degli ascoltatori che vogliono intervenire portando il proprio contributo al dialogo. Un’occasione per dare voce alle esperienze associative, a chi vive la realtà della malattia o della disabilità, a chi si trova ad affrontare il tempo della solitudine e della sofferenza, e insieme il tempo dell’amicizia, dell’aiuto fraterno, della gratuità che si fa dono e si riceve come dono. Il contributo degli ascoltatori è fondamentale per calare nella vita quotidiana di ogni persona gli ideali unitalsiani e vedere come si concretizzano nei vari tipi di servizio che i volontari svolgono oggi.
È possibile seguire la trasmissione dalle frequenze di Radio Mater e via internet su Radio Mater Online.
Read MoreLoreto, 25 anni di ordinazione episcopale di mons. Merisi – 3° giorno
Uno splendente cielo azzurro ha salutato l’inizio della terza giornata di Pellegrinaggio che ha visto il personale unitalsiano impegnato alle ore 7 nella recita del Santo Rosario presso la Scala Santa, un percorso Mariano con le cappelle dei vari misteri.
La mattinata è proseguita con le visite per gruppi al Museo Pontificio Santa Casa, dove si sono potute ammirare le opere di Lorenzo Lotto, Cesare Maccari, Cristoforo Roncalli (detto il Pomarancio), nonché bellissimi arazzi ed altre opere d’arte.
Alle 12 i pellegrini hanno partecipato ufficialmente all’Angelus e alla recita del Santo Rosario nella Basilica Superiore, preghiera guidata da S.E. Fabio Dal Cin, arcivescovo di Loreto.
Nel pomeriggio alle ore 15,30 sempre nella Basilica Inferiore, i pellegrini lombardi hanno partecipato alla catechesi – tenuta dal rettore del Santuario padre Franco Carollo – sulla parabola del Buon Samaritano. Dopo aver contestualizzato la parabola stessa ha cominciato a spiegare le varie scene evidenziando gli atteggiamenti dei protagonisti, il Sacerdote e il Levita, il Buon Samaritano e il malcapitato.
«Il Sacerdote e il Levita vedono ma girano alla larga, Luca nella figura del Samaritano sottolinea i termini “vide, ne ebbe cura provando compassione”, anche gli altri due personaggi videro ma non fidandosi del malcapitato. Il vedere del Samaritano è diverso, infatti lui vede e si china, è compassionevole come lo è Dio.
Il Samaritano gli si fa vicino, prossimo, gli fascia le ferite versando olio e vino, sprecando quindi del suo, poi lo carica sulla sua cavalcatura, lo porta in albergo prendendosi cura di lui in modo pieno dall’inizio alla fine.
Ha messo in secondo piano i suoi interessi per prendersi cura di costui, coinvolgendo altre persone come l’albergatore stesso.
Gesù ci vuol dire che prendersi cura diventa un atteggiamento fatto di tanti atti messi insieme gli uni agli altri.
Ci vuole coraggio ad accogliere l’altro che è nel bisogno e non può ricambiarti, l’amore deve essere gratuito e disinteressato, non si dice ma si fa, si esprime nei gesti e non con le parole.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio…passare dal dire al fare.
C’è un altro personaggio di cui non si parla mai, il malcapitato…di lui non conosciamo nulla, né il nome né cosa andava a fare a Gerico. Quest’uomo percosso e buttato a terra si è fidato del soccorritore sconosciuto, si è lasciato toccare e curare.
Se è impegnativo curare, lo è anche lasciarsi curare, in quanto non è semplice fidarsi… perché quando sei nella sofferenza e qualcuno ti ha fatto del male è più facile chiudere le porte del proprio cuore.
Nessuno di noi può fare a meno della cura dell’altro perché tutti siamo un po’ malati, ecco allora Gesù buon samaritano che versa l’olio della consolazione e il vino della speranza».
Il pomeriggio è proseguito, alle 17, con la Santa Messa presieduta da mons. Fabio Dal Cin, concelebrata da S.E. Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, e dai sacerdoti lombardi del pellegrinaggio.
Nell’omelia il vescovo Fabio riferendosi al Vangelo dell’Annunciazione ha sottolineato alcuni termini: “Rallegrati” ossia sii contenta, felice di vivere la presenza di Dio. Felicità che non è data da una gioia passeggera e che non è nemmeno emotività, ma la Letizia del cuore di cui parlava San Francesco, questa Letizia viene da Dio e permane nel nostro animo anche nelle fatiche e nelle prove, perché Dio ci vuole bene.
“Piena di grazia, il Signore è con te”, Maria è unica, tutta abitata dalla Grazia di Dio. Anche noi siamo abitati dalla presenza del Signore dal giorno del nostro battesimo. La grazia ci dona i mezzi necessari per rispondere al Disegno di Dio.
Il presule ha terminato l’omelia raccomandandoci di portare Maria nelle nostre case e di orientare la nostra preghiera verso un’intenzione particolare: perché non manchino mai nelle nostre Diocesi giovani che possano abbracciare la vita sacerdotale, religiosa e della famiglia, perché la Casa del Sì di Maria sia anche la Casa dei piccoli Sì, perché tanti giovani aprano il loro cuore gioiosi di rispondere alla chiamata del Signore.
Prima della benedizione finale sono stati ricordati i 25 anni di ordinazione vescovile di monsignor Merisi e gli anniversari di matrimonio di tre coppie di sposi pellegrini.
Alle ore 21,15 i pellegrini lombardi hanno partecipato all’Adorazione Eucaristica proposta ogni giovedì dal Santuario.
Lo stare davanti all’Eucaristia nel silenzio, che aiuta nell’ascolto, ha chiuso la giornata nella Lode e nel ringraziamento.
“Tu sei Santo Signore solo Dio, che compì meraviglie.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,…
Tu sei trino ed uno, Signore degli dèi,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene ..
Tu sei amore è carità, Tu sei sapienza
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza…”
(Lodi all’Altissimo)
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Virtualmente in pellegrinaggio: Santuario della Beata Vergine del monte Altino (BG) – Unitalsi Sottosezione di Bergamo
Ogni venerdì le Sottosezioni dell’Unitalsi Lombarda ci accompagneranno con creatività alla scoperta delle ricchezze spirituali che il territorio lombardo ci offre.
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Loreto, dedicato alla Madonna del Rosario il secondo giorno
È stata una giornata impegnativa quella di ieri per i partecipanti al pellegrinaggio dell’Unitalsi Lombarda. La giornata è iniziata alle 7 con la Messa riservata al personale nella Basilica Inferiore, alle 10 la Messa del pellegrinaggio nella Basilica Superiore presieduta da sua eccellenza monsignor Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi. Nell’omelia il presule ha ricordato l’origine della festa della Beata Vergine del Rosario dovuta a San Pio V (1571), ha poi illustrato l’importanza e il valore del Rosario a partire dalla preghiera dell’Ave Maria promossa in ambito domenicano fra l’XI e il XV secolo con l’incoraggiamento di tutti i sommi pontefici che hanno definito il Rosario, preghiera semplice, familiare a partire dal suo valore teologico, ecclesiale ed evangelico. Il vescovo ha terminato la sua omelia invitando a recitare il Rosario anche in famiglia e nella comunità con l’esempio dei genitori e degli anziani.
Questo pellegrinaggio alla Casa di Maria ha avuto già nella mattinata un altro momento forte con la visita, guidata da padre Janvier, e il passaggio alla Porta Santa che rimarrà aperta per l’anno giubilare ancora per 12 mesi, si concluderà nel dicembre del 2021. La visita si è conclusa per un primo gruppo di 30 persone nella Santa Casa.
Il pomeriggio è stato caratterizzato dalla riflessione “Dove cerchi Dio?” guidata da monsignor Merisi. Nel suo esordio Merisi ha detto: “Poiché siamo in un santuario mariano chiediamo alla Vergine Maria di aiutarci perché noi si possa incontrare il Signore. Ecco alcune premesse: innanzitutto dobbiamo cercare il Signore e non quello che noi possiamo pensare essere il Signore, non un’immagine che ci siamo fatti di Lui dentro di noi, non un idolo, ma Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, il Dio Creatore, Salvatore e Redentore che vive nel Regno che ci spetta, ossia il Paradiso. Seconda premessa: noi dobbiamo cercare il Signore ma con la consapevolezza che Lui ci sta cercando. Dice l’Apocalisse “Io sto alla porta e busso”. Terza e ultima premessa: dobbiamo cercare il Signore con il suo aiuto e con l’intercessione di Maria, ma poi scegliere di stare con Lui facendo della nostra vita una risposta quotidiana al suo amore”. Merisi ha così concluso il suo intervento: “Chiediamo alla Madonna e ai Santi ai quali siamo devoti di farci diventare un esempio per gli altri e di farci elevare lo sguardo alla vita eterna e al Paradiso”. Ha poi voluto chiudere il suo intervento con due frasi di Sant’Agostino: “Signore ti cercherò invocandoti e Ti invocherò credendo in Te, poiché Tu ti sei fatto conoscere”. L’atra frase è: “Dio mio, che cosa sei dunque?”.
La giornata si è conclusa alle ore 21 nella Basilica Superiore con la recita del Santo Rosario alla quale hanno partecipato anche gli amici dell’Oftal guidati dal loro presidente monsignor Paolo Angelino.
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Pellegrinaggio a Loreto 2020 – 1° giorno
Dopo tanta attesa l’UnitalsiLombarda è ripartita con un proprio pellegrinaggio. A partire da oggi, martedì 6 ottobre, duecento persone tra ammalati, pellegrini, personale di servizio e medici sono in visita al Santuario di Loreto dove rimarranno fino a venerdì 9, nei luoghi in cui si onora la reliquia più grande della Vergine Maria: la Santa Casa.
“Il Santuario lauretano è stato scoperto come pellegrinaggio unitalsiano durante la Seconda Guerra Mondiale – ci dice Vittore De Carli presidente Unitalsi Lombarda – quando per motivi bellici i treni della nostra nazione non potevano raggiungere il santuario della Madonna di Lourdes, luogo dove è nata l’associazione”.
“Ripartire con questo pellegrinaggio – continua De Carli – è rinascere per la nostra sezione dopo momenti difficili segnati da tanti lutti in modo particolare per le province di Bergamo, Brescia e Milano. Abbiamo perso medici, sacerdoti, infermieri e tanta gente comune che per anni ha servito le persone in difficoltà nella nostra associazione”.
“Arrivati con cinque pullman prima delle ore 13 – spiega Angelo Vaghi direttore del pellegrinaggio – i partecipanti sono stati accolti da una bellissima giornata di sole che in breve tempo ha fatto loro dimenticare il freddo di questi giorni. Una volta sistemati i loro bagagli negli alberghi e nelle strutture ricettive ammalati e pellegrini sono andati a pranzo, alle 13.30, seppur nel distanziamento e con la mascherina obbligatoria per tutti il potersi ritrovare insieme è stato un momento di pura gioia”.
L’apertura ufficiale del pellegrinaggio alle ore 17, nella Basilica Inferiore con la Santa Messa presieduta presieduta da sua eccellenza monsignor Ettore Merisi, vescovo emerito di Lodi. Durante l’omelia il presule ha ricordato il valore di Maria nella vita di ognuno di noi, la sua risposta all’Angelo “Eccomi” e la grande devozione che noi unitalsiani abbiamo verso i luoghi mariani dove in questo momento di difficoltà possiamo riscoprire la nostra fede, la carità e la speranza. In serata alle 21 ancora un momento di preghiera nella Basilica Inferiore con la funzione della penitenziale.
Foto di Donatella Carminati
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“Fratelli tutti”, sintesi dell’enciclica di Papa Francesco: serve “amicizia sociale” per un mondo malato
Nella sua terza enciclica, firmata sabato ad Assisi e diffusa domenica, Papa Francesco propone la terapia della fraternità ad un mondo malato, e non solo di Covid. Il testo di riferimento è il documento di Abu Dhabi, il modello è quello del Buon Samaritano. Una “governance globale per le migrazioni”, la richiesta del quarto capitolo. Nel quinto, Bergoglio traccia l’identikit del “buon politico” e mette in guardia dal “populismo irresponsabile”. “Il mercato da solo non risolve tutto”, scrive il Papa auspicando una riforma dell’Onu. “La Shoah non va dimenticata, mai più la guerra”. Cita una canzone di Vinicius de Moraes, per esortare alla gentilezza
“È possibile desiderare un pianeta che assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa è la vera via della pace, e non la strategia stolta e miope di seminare timore e diffidenza nei confronti di minacce esterne”. A garantirlo è il Papa, che nella sua terza enciclica, “Fratelli tutti” – firmata ieri ad Assisi e diffusa oggi – parla di “amicizia sociale” come via per “sognare e pensare ad un’altra umanità”, seguendo la logica della solidarietà e della sussidiarietà per superare l’”inequità” planetaria già denunciata nella Laudato si’. “Se si tratta di ricominciare, sarà sempre a partire dagli ultimi”, la ricetta per il mondo post-Covid. La terapia è la fratellanza, il testo di riferimento è il documento di Abu Dhabi e il modello è quello del Buon Samaritano, che prende su di sé “il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti”.
Il Coronavirus, che ha fatto irruzione in maniera improvvisa nelle nostre vite, “ha messo in luce le nostre false sicurezze” e la nostra “incapacità di vivere insieme”,
denuncia Francesco sulla scorta del suo magistero durante la pandemia: “Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare”, l’appello per il dopo-Covid: “Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori. Che un così grande dolore non sia inutile. Che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri”. “Siamo più soli che mai”, la constatazione di partenza.
Il razzismo che “si nasconde e riappare sempre di nuovo”; l’”ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca”, prima fra tutti l’aumentare della povertà.
Sono alcuni effetti della “cultura dello scarto”, stigmatizzata ancora una volta dal Papa. Vittime, in particolare, le donne, che con crimini come la tratta – insieme ai bambini – vengono “private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù”.
“La connessione digitale non basta per gettare ponti, non è in grado di unire l’umanità”,
il rimprovero al mondo della comunicazione in rete, dove pullulano “forme insolite di aggressività, di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dell’altro”. I circuiti chiusi delle piattaforme, in cui ci si incontra solo tra simili con la logica dei like, “facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio”.
Arrivare ad “una governance globale per le migrazioni”.
È l’auspicio del quarto capitolo, dedicato interamente alla questione dei migranti, da “accogliere, promuovere, proteggere e integrare”, ribadisce Francesco. “Piena cittadinanza” e rinuncia “all’uso discriminatorio del termine minoranze”, l’indicazione per chi è arrivato già da tempo ed inserito nel tessuto sociale. “La vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacità di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana, e questo si dimostra specialmente nei periodi critici”, sottolinea Francesco: no ai “nazionalismi chiusi”, l’immigrato non è “un usurpatore”.
Una cosa è essere a fianco del proprio “popolo” per interpretarne il “sentire”, un’altra cosa è il “populismo”.
Nel quinto capitolo, dedicato alla politica, il Papa stigmatizza l’”insano populismo” che consiste “nell’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo, sotto qualunque segno ideologico, al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere”. No, allora, al “populismo irresponsabile”, ma anche all’accusa di populismo “verso tutti coloro che difendono i diritti dei più deboli della società”.
“La politica è più nobile dell’apparire, del marketing, di varie forme di maquillage mediatico”,
ammonisce Francesco tracciando l’identikit del “buon politico”, le cui “maggiori preoccupazioni non dovrebbero essere quelle causate da una caduta nelle inchieste”: “E quando una determinata politica semina l’odio e la paura verso altre nazioni in nome del bene del proprio Paese, bisogna preoccuparsi, reagire in tempo e correggere immediatamente la rotta”.
“Il mercato da solo non risolve tutto”,
mette in guardia Francesco, che chiede di ascoltare i movimenti popolari e auspica una riforma dell’Onu, per evitare che sia delegittimato.
“Occorre esercitarsi a smascherare le varie modalità di manipolazione, deformazione e occultamento della verità negli ambiti pubblici e privati”. Ne è convinto il Papa, che puntualizza: “Ciò che chiamiamo ‘verità’ non è solo la comunicazione di fatti operata dal giornalismo”, e nemmeno semplice “consenso tra i vari popoli, ugualmente manipolabile”. Oggi, ad un “individualismo indifferente e spietato” e al “relativismo” – la tesi di Francesco – “si somma il rischio che il potente o il più abile riesca a imporre una presunta verità”. Invece,
“di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno. Essere il padrone del mondo o l’ultimo ‘miserabile’ sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente uguali”.
“La Shoah non va dimenticata”. “Mai più la guerra”, mai più bombardamenti a Hiroshima e Nagasaki, “no” alla pena di morte. Bergoglio lo ripete, nella parte finale dell’enciclica, in cui si sofferma sull’importanza della memoria e la necessità del perdono. Cita una canzone di Vinicius de Moraes, per riaffermare la sua concezione della società come “poliedro” ed esortare alla gentilezza: “La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita”. Come San Francesco, ciascuno di noi deve riscoprire la capacità e la bellezza di chiamarsi “fratello” e “sorella”. Perché nessuno si salva da solo: “Siamo sulla stessa barca”, come ha detto il 266° successore di Pietro il 27 marzo scorso, in una piazza San Pietro deserta e bagnata dalla pioggia.
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Virtualmente in pellegrinaggio: Santuario Mater Amabilis di Ossago Lodigiano (LO) – Unitalsi Sottosezione di Lodi
💻 Virtualmente in pellegrinaggio ⛪️ – Unitalsi Sottosezione di Lodi
Ogni venerdì le Sottosezioni dell’Unitalsi Lombarda ci accompagneranno con creatività alla scoperta delle ricchezze spirituali che il territorio lombardo ci offre.
13^ Tappa 📍: Continuiamo con la Sottosezione di Lodi che ci farà conoscere il Santuario Mater Amabili di Ossago Lodigiano (LO).
➡️Sabato 3 ottobre alle ore 15,00 presso il Carmelo di Lodi per i Soci ed i simpatizzanti dell’Associazione, meditazione di Don Cesare Pagazzi sul tema pastorale dell’anno “L’Immacolata”, come Maria stessa si presentò alla giovane Bernadette nel marzo 1858. Alle ore 16,00 S. Messa animata dalle Monache. Saremo presenti nel rispetto di tutte le norme vigenti.
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