Pellegrinaggio a Loreto, il video
Si è concluso da pochi giorni il pellegrinaggio al Santuario di Loreto, svoltosi dal 10 al 13 maggio scorsi.
La Santa Casa ha accolto i nostri ammalati, pellegrini e volontari consentendo loro di trascorrere dei momenti di raccoglimento e di riflessione.
Questi istanti sono stati raccolti in un video realizzato da una nostra ammalata, Catia Mazzon.
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«Siate una benedizione per chi vi incontra». Il diario del pellegrinaggio della diocesi di Milano a Lourdes con l’arcivescovo Delpini
Lorenzo Rosoli, inviato di «Avvenire» a Lourdes
«Siate sempre persuasi che la vostra vita è benedetta da Dio e siate, per chi vi incontra, una benedizione». Sono le parole che l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha consegnato ai 2.300 ambrosiani al termine del pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Parole affidate ai fedeli delle parrocchie, ai pellegrini ammalati e disabili, ai volontari del Cvs, dell’Oftal, dell’Unitalsi, che si sono presi cura di loro, domenica 16 settembre all’Angelus. Ultimo giorno nella città di Bernadette Soubirous, per l’arcivescovo, mentre la gran parte dei pellegrini è rimasta fino a martedì 18.
Giorni intensi nel segno della condivisione. Eucaristia, Parola di Dio, preghiera comunitaria e personale. E solidarietà: con operatori e volontari – non pochi, i giovani – ad affiancare e servire i pellegrini «fragili». Gli uni per gli altri, benedizione e dono. Com’è sempre, nei pellegrinaggi a Lourdes. Com’è stato anche stavolta, in questo primo pellegrinaggio della diocesi di Milano guidato dall’arcivescovo Delpini e contrassegnato da due anniversari: nel 160° delle apparizioni alla Grotta di Massabielle, i sessant’anni dal pellegrinaggio che, nel giugno del 1958, l’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini – futuro Papa col nome di Paolo VI; prossimo santo, in virtù della canonizzazione della prossima domenica 14 ottobre – guidò a Lourdes quale rendimento di grazie per la storica Missione cittadina dell’anno precedente.
Le vesti di Montini, la Croce del Sinodo «Chiesa dalle genti»
In quell’occasione Montini donò al Santuario francese le vesti liturgiche che da allora indossano sempre i pastori ambrosiani in visita a Lourdes. Così ha fatto anche Delpini, nelle celebrazioni di questo pellegrinaggio accompagnato, ad ogni tappa, dalla Croce del Sinodo minore diocesano «Chiesa dalle genti» ormai prossimo alla conclusione e per il cui felice esito si è pregato. Ed è nella luce e nella compagnia del Crocifisso che – venerdì 14 settembre, Esaltazione della Croce – si è aperto il pellegrinaggio. Con l’arcivescovo a ricordare, nell’omelia della Messa nella Basilica San Pio X, che «la tenerezza di Dio non è una cura palliativa, non è il sollievo di un gesto di compassione, ma la rivelazione di un nome che salva: Gesù Cristo è Signore». È nel suo nome che gli uomini si scoprono «figli amati, chiamati alla vita». Si scoprono fratelli.
«Nella Chiesa di Dio, popolo in cammino, non ci sono stranieri»
Ecco, dunque, che «nella Chiesa di Dio non ci sono stranieri, non ci sono “noi” e “gli altri”. Le differenze non dividono, tutti si riconoscono fratelli e sorelle, tutte le tradizioni culturali della terra sono invitate ad essere un cuore solo e un’anima sola. Così la comunità dei credenti, i quali hanno un solo criterio: ascoltare Gesù», ha affermato Delpini sabato 15 settembre, giorno che la Chiesa dedica alla Beata Vergine Addolorata, nella Messa alla Grotta. È ai piedi del Cristo Crocifisso, dove Maria e Giovanni, nel reciproco affidamento, ascoltano e obbediscono alla parola di Gesù, che «nasce la Chiesa, la comunità nuova», che «dei due fa un popolo solo». È la comunità «mandata per portare il lieto annuncio ai miseri, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare la libertà agli schiavi», ha detto Delpini. Un «popolo in cammino» che «non cerca potere e prestigio, non vuole essere riverito: noi siamo mandati per servire, farci carico del soffrire, diffondere la gioia. Come Gesù, che è venuto non per essere servito ma per servire», ha ricordato l’arcivescovo, davanti ai pellegrini malati, anziani, disabili, e ai loro «samaritani».
Inoltre: la Chiesa «è la comunità che sperimenta che la croce non è un’obiezione all’amore di Dio, ma una via per impararlo». Di fronte alla prova destabilizzante della malattia, della sofferenza, dell’ingiustizia, è istintivo sentirsi abbandonati da Dio o immaginare un Dio distante, o crudele. In realtà: «Il vero volto di Dio non è quello di una divinità lontana e indifferente. È quell’uomo crocifisso, insultato, rifiutato, il vero volto di Dio. È il Figlio crocifisso l’ultima rivelazione di Dio, la sua presenza più persuasiva, a dirci che Dio è amore. Per tutti».
Fra liturgia e servizio quotidiano ai pellegrini «fragili»
Quale sia la via, quali le esigenze, della sequela, lo ha chiarito Delpini domenica 16, presiedendo nella Basilica San Pio X – capace di 25mila persone egremita, quella mattina – la Messa internazionale, concelebrata dal vescovo ausiliare di Milano Erminio De Scalzi, dall’ausiliare emerito Marco Ferrari, dal vescovo emerito di Mantova Roberto Busti, assistente dell’Unitalsi Lombarda, da alcuni vescovi di altri Paesi e da un centinaio di sacerdoti. Delpini ha impostato la sua omelia come un dialogo fra il Signore e i discepoli. «Se venite dietro a me dovrete seguire il mio esempio, essere servi gli uni degli altri, amare tutti fino a dare la vita per gli altri, fino a morire», dice Gesù. «Noi vogliamo venire dietro a te: solo con te c’è la gioia, c’è la pace, c’è la speranza di vita eterna», è la risposta dei discepoli. Una risposta affidata a tutti i pellegrini, sia i sani, sia i malati, sia quanti si prendono cura di loro. Parole che hanno preso voce, volto, carne, nella miriade di gesti di servizio e di fraternità che costellano la quotidianità, e visibile, e nascosta, di ogni pellegrinaggio.
Così le giornate dell’arcivescovo. Scandite non solo dalle Messe e dalle processioni, ma anche da momenti di visita e di incontro. Come quello con l’équipe del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes e col suo presidente, l’italiano Alessandro De Franciscis – dove Delpini ha lasciato la sua firma sul “libro d’oro”, mentre gli venivano mostrate le firme di santi ospiti come l’ambrosiana Gianna Beretta Molla.
La casa di accoglienza a Milano? «Un sogno ispirato da Dio»
Altre visite, vissute in un clima di commozione e gioia palpabili, quelle alle strutture nelle quali Cvs, Oftal eUnitalsi accolgono a Lourdes i pellegrini «fragili». Momenti di incontro, parole di saluto e di benedizione. E tante foto ricordo, rito al quale l’arcivescovo, sorridente e cordiale, non si è mai sottratto. Sono luoghi del farsi prossimo, questi. Come la casa d’accoglienza per i familiari di bambini ricoverati negli ospedali di Milano che il presidente di Unitali Lombarda, Vittore De Carli, sogna di realizzare, e di intitolare ad un grande, indimenticato amico e volontario dell’associazione, Fabrizio Frizzi. «Un sogno ispirato da Dio», lo ha definito Delpini, intervenendo – proprio a Lourdes, sabato 15 – alla presentazione del libro di De Carli «Dal buio alla luce con la forza della preghiera» (Libreria editrice vaticana), i cui proventi vanno alla realizzazione di quel sogno. «Per quanto mi è possibile, cercherò, come diocesi, di sostenere l’iniziativa. Milano è centro di eccellenza della medicina, richiama ammalati da fuori, ma non ha un’adeguata capacità di ospitare i loro familiari», ha riconosciuto l’arcivescovo.
Nel libro De Carli racconta l’esperienza, dolorosa e luminosa insieme, della malattia che lo ha colpito – culminata nei 47 giorni di coma – e del cammino verso la guarigione. «La malattia può isolare, scrive Vittore. Nel suo caso la malattia sa convocare, e generare solidarietà», ha affermato monsignor Dario Viganò, assessore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, intervenendo – dopo l’arcivescovo – all’incontro di presentazione del libro moderato da Graziella Moschino, vicepresidente Unitalsi Lombarda. «Senza preghiera, noi siamo senza Dio. E senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri», ha detto a sua volta il vescovo Busti, citando Madre Teresa di Calcutta. Infine De Carli: a testimoniare come l’esperienza della malattia gli abbia confermato il ruolo decisivo dei familiari e degli amici nel cammino di guarigione, ma gli abbia mostrato una volta di più le difficoltà che i familiari spesso incontrano per stare vicini ai loro cari. Ecco, dunque, l’idea della casa che si vuole aprire a Milano. Un sogno che ha bisogno di essere sognato da molti – dal «popolo» dell’Unitalsi, in primis – per diventare realtà. Benedizione che renda Milano ancora più accogliente.
Read MoreCaravaggio, il pellegrinaggio regionale dei preti anziani e malati
Giornata di fraternità sacerdotale per esprimere affetto a vicinanza a quei sacerdoti che devono fare i conti con l’età che avanza, insieme anche a qualche acciacco. In questo spirito si è rinnovato anche quest’anno, presso il Santuario di Caravaggio, il pellegrinaggio regionale dei sacerdoti anziani e malati delle diocesi lombarde. L’evento si è svolto nella mattinata di giovedì 20 settembre alla presenza dei vescovi lombardi , impegnati proprio a Caravaggio nella periodica riunione della Conferenza episcopale lombarda. Un vero e proprio incontro di amicizia e preghiera dei sacerdoti anziani e ammalati insieme ai propri vescovi, occasione per favorire una sempre piena comunione tra tutti i presbiteri con i propri pastori e confratelli.
L’incontro, aperto non solo ai preti diocesani, ma anche ai sacerdoti appartenenti alle famiglie religiose operanti sul territorio lombardo o ospiti di case di riposo, si è stato organizzato dall’Unitalsi Lombarda, che ha garantito il necessario supporto logistico, sia nei trasporti che nell’accoglienza.
Per tutti l’appuntamento è stato presso il Centro di spiritualità del Santuario di S. Maria del Fonte, da dove alle 11.30 è partita la processione verso la basilica recitando il Rosario. Dietro alla croce i sacerdoti sulle carrozzine, spinte dai volontari, seguite dagli altri presbiteri, chi completamente autonomo chi meno. A chiudere il lungo corteo i vescovi lombardi e lo staff dell’Unitalsi con il presidente regionale Vittore De Carli.
Cuore della giornata è stata quindi la celebrazione eucaristica, introdotta dal saluto del vescovo Antonio Napolioni che, affiancato dal nuovo rettore del Santuario, mons. Amedeo Ferrari, ha ricordando le parole dell’arcivescovo comasco Franco Festorazzi (dal 1991 al 2004 vescovo di Ancona Osimo): “Siamo una Chiesa umile in un mondo fragile”.
La riflessione dell’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia, mons. Mario Delpini, a partire dal Magnificat proclamato nel Vangelo. Una parola pregata tante volte, nella vita di un prete, ma che di giorno in giorno assume sempre nuova luce. Un cambiamento che, con il passare degli anni, riguarda anche la vita stessa del prete. “In quale parola si può riassumere tutta la nostra vita da prete, con tutti i nostri incontri, le fatiche e le feste, le lacrime e le gioie del nostro vivere da preti?”, ha proseguito l’Arcivescovo leggendo in modo particolare il passaggio “L’anima mia magnifica il signore”. “Alla fine della vita – ha aggiunto – non abbiamo altro che lodare il Signore: Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”.
“Anche noi cambiamo mano mano che la Parola ci raggiunge, anche noi sentiamo che la potenza di Dio opera in noi e ci fa diventare persone nuove, che fanno scoperte sorprendenti, che vedono entrare la gloria di Dio nella storia umana, anche nella storia di una umanità malata e che sperimenta gli acciacchi della vecchiaia”. Non solo una questione di mutamente fisico: una vera evoluzione spirituale.
“Un aspetto della spiritualità cristiana che siamo chiamati a coltivare e che vorrei raccomandare è quell’aspetto per cui lo Spirito Santo trasforma le situazioni in occasioni”.
E ha concluso: “Se uno dovesse dire come è cambiato in questi anni di ministero sarebbe bello che potesse dire: sono felice, perché ho creduto”.
Al termine della Messa, prima dell’omaggio dei Vescovi davanti al Sacro Speco, le parole di saluto di mons. Roberto Busti, assistente ecclesiastico dell’Unitalsi.
L’incontro si è quindi concluso presso il Centro di spiritualità del Santuario con un momento di condivisione fraterna in occasione del pranzo, preparato dai “furgonieri” una decina di volontari dell’Unitalsi che con passione e professionalità hanno dato alla giornata un tocco di alta cucina.
Read MorePellegrinaggio al Santuario di Caravaggio 2018
UNITALSI LOMBARDA CARAVAGGIO 2018
Date in cui le varie sottosezioni dell’Unitalsi Lombarda effettueranno giornate di Pellegrinaggio al Santuario di Caravaggio:
- MILANO sud-ovest: 14 aprile
- MAG RHO Cornaredo: 25 aprile
- COMO – SONDRIO – LECCO: 5 maggio
- LODI: 7 maggio
- MILANO N/E: 12 maggio
- BRESCIA – MAGRHO – MERATE: 20 maggio
- MONZA: 27 maggio
- LEGNANO – BUSTO ARSIZIO: 3 giugno
- SARONNO: 8/9/10 giugno
- BERGAMO – CREMA: 10 giugno
- BOLLATE gruppo Novate: 13/14/15/16 giugno
- SEVESO: 16 giugno
- CREMONA: 23 settembre
600 Lombardi in partenza per Lourdes
Quasi 600 lombardi parteciperanno da domenica sera, 6 agosto, a venerdì 11 agosto, al tradizionale pellegrinaggio al santuario mariano di Lourdes. Provengono da tutta la regione, anche se i gruppi più numerosi sono di Mantova, Como, Busto Arsizio, Crema, Legnano, Varese.
Il pellegrinaggio sarà guidato da Mons. Giuseppe Merisi, insieme a undici sacerdoti delle diocesi lombarde; una decina di medici avranno cura, dal punto di vista sanitario, delle circa 150 persone che presentano difficoltà e che hanno scelto l’Unitalsi come strumento per vivere insieme l’esperienza del pellegrinaggio.
Quasi duecentocinquanta saranno le sorelle di carità ed i barellieri ai quali affidare i vari servizi alle persone in pellegrinaggio ( ospitalità presso le Case dell’Unitalsi, partecipazione alle varie funzioni, momenti di amicizia e di visita ai vari luoghi legati alla vita di santa Bernadette, ecc.).
“Grande è stato lo sforzo organizzativo e aggregativo che le nostre sottosezioni hanno svolto in questi mesi per poter confermare questo tradizionale pellegrinaggio estivo come uno dei più numerosi e partecipati della nostra vita associativa – spiega il Presidente regionale Vittore De Carli – la presenza numerosa di personale di assistenza giovane sta ad indicare come l’esperienza del pellegrinaggio, fatta al servizio di coloro che hanno difficoltà a viverla da soli, è ancora capace di attrarre le persone giovani che vogliono fare qualcosa per gli altri. Toccherà poi ai vari gruppi sul territorio fare in modo che questi giorni di esperienza di preghiera, servizio alle persone in difficoltà, amicizia gioiosa, silenzio e raccoglimento possano sfociare in un servizio unitalsiano sul territorio che si sviluppi, nelle sue varie modalità e fantasie, per tutto l’anno. Il pellegrinaggio diventerà allora il momento straordinario forte che fa nascere e favorisce la quotidianità della vita di fede e di carità”
Read MoreLourdes, perché il pellegrinaggio è l’unica esperienza che non finisce quando si torna a casa
A Lourdes con l’Unitalsi Lombarda, dal 6 all’11 agosto in pullman e dal 7 al 10 agosto in aereo.
Un pellegrinaggio per tutti in un mese che da sempre vuol dire vacanza, condivisione di tempo con la famiglia e le persone più care.
Ed ecco che con coraggio l’alternativa pellegrinaggio diventa la scelta della famiglia, la scelta dei giovani, delle scuole, di coloro che mentre la pubblicità ricorda che è tempo di mare e sole, scelgono di intraprendere un viaggio che sicuramente li cambierà accompagnando persone anziane, sole, disabili e malati.
Viaggiare, muoversi verso quella meta che per molti significa scoperta di un mistero che dopo più di 150 anni non ha ancora smesso di chiamare pellegrini e ammalati di tutte le età e da tutte la nazioni, partire con la gioia nel cuore disposti a mettere in discussione non solo il cuore, ma perfino la propria anima.
Trascorrere le serate d’agosto a Lourdes insieme ai propri amici ed alle proprie famiglie, lasciarsi ispirare dalla luce della Grotta che solo in quel mese cattura con dei riflessi particolari, sedere davanti alla statua della Madonna cantando insieme agli amici meno fortunati o recitando un Rosario in modo che l’Ave Maria ritorni ad essere frequente sulle labbra, quasi un richiamo irresistibile, accorgersi che quando la sera si fa’ tardi ed i cancelli sembrano tutti chiusi si scopre quella meravigliosa via d’uscita dietro la Grotta, forse la strada che la piccola Bernadette percorse quando scese al Gave per cercare legna da ardere e sentì un richiamo particolare. Proprio lei così umile, così semplice, così bambina, così giovane che ancora oggi ci parla con un linguaggio semplice e giovane quando ci racconta il suo personale dialogo con Maria.
Un dialogo che aspetta ognuno dei partecipanti al pellegrinaggio delle Sottosezioni di Busto Arsizio, Bollate, Como, Cernusco, Legnano, Mantova, Merate, Milano Nord Est, Monza. Pavia, Saronno, Seveso, Sondrio e Varese, ma anche tutti coloro che vorranno ancora iscriversi.
Fin dal viaggio in pullman ed in aereo si creerà quell’atmosfera di complicità nella gioia e nel servizio che rende il pellegrinaggio un’esperienza indimenticabile, di certo a tratti sconvolgente perché porta a guardarsi dentro e fuori con occhi diversi. a volte increduli, spesso sorpresi.
Un’esperienza straordinaria che permetterà di non sentirsi soli e di non tornare soli, istaurando amicizie che dureranno tutta la vita con persone all’apparenza meno fortunate, in realtà speciali per essere insieme segno di speranza.
Vieni con noi, ti aspettiamo.